Letture per le vacanze. L'armonia meravigliosa della natura, del cervello e della memoria.

"Che altro si può dire della struttura del cervello? Se l’avesse progettata un Ingegnere divino, libero dai vincoli della storia biologica dell’umanità, avrebbe potuto optare per esseri mortali ma angelici, modellati a sua immagine. Costoro sarebbero presumibilmente razionali, lungimiranti, saggi, benevoli, sottomessi, privi di un Io e della colpa e, in quanto tali, amministratori perfetti del meraviglioso pianeta lasciato loro in eredità. Noi però non siamo fatti così. Abbiamo il peccato originale, che ci rende migliori degli angeli. Quel che possediamo ce lo siamo guadagnati nel corso di una storia evoluzionistica lunga e impervia. Il cervello umano porta il segno di 400 milioni di anni di prove ed errori, rintracciabili nei fossili e nell’omologia molecolare in una sequenza praticamente ininterrotta che va dai pesci agli anfibi, ai rettili e ai mammiferi primitivi, fino ai primati che sono i nostri più immediati antenati.

Nella fase finale il cervello venne catapultato su un livello assolutamente nuovo, e dotato delle conoscenze necessarie per produrre un linguaggio e una cultura. A causa del suo pedigree originario, tuttavia, non fu possibile installarlo come un nuovo computer in uno spazio cranico vuoto. Il vecchio cervello era stato assemblato in quel posto per veicolare gli istinti e, indipendentemente dalle nuove parti che venivano aggiunte manteneva la sua vitalità al ritmo del battito cardiaco. Il nuovo cervello dovette essere attrezzato con i mezzi a disposizione dentro e attorno a quello vecchio. Diversamente l’organismo non avrebbe potuto sopravvivere di generazione in generazione. Ne risultò la natura umana: la genialità combinata con la razionalità per creare un nuovo strumento di sopravvivenza.
Gli scienziati del cervello hanno confermato la visione evoluzionistica della mente, stabilendo che la passione è inscindibilmente legata alla ragione. L’emozione non è semplicemente un turbamento della ragione, ma ne costituisce piuttosto una parte vitale. È questa qualità chimerica a rendere la mente così sfuggente. Il compito più arduo per gli scienziati del cervello consiste nello spiegare l’origine dei circuiti corticali sullo sfondo della storia profonda della specie. Al di là dei rozzi elementi di anatomia che ho appena finito di elencare, il ruolo ipotetico dell’Ingegnere Divino non è loro accessibile. Non essendo in grado di derivare dai principi fondamentali l’equilibrio ottimale tra istinto e ragione, devono andare a scovare, una alla volta, la collocazione e la funzione dei circuiti che governano il cervello. Il progresso si misura in termini di scoperte frammentarie e di prudenti deduzioni”.

Da: Edward O. Wilson, L’armonia meravigliosa. Dalla biologia alla religione, la nuova unità della conoscenza, Mondadori, 1999
Foto tramonto: courtesy of Flickr (http://www.flickr.com/photos/powi/1241619378/)

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François, Jacob, Il topo, la mosca e l’uomo (1998)