Letture per le vacanze. La memoria, una stanza dove puoi ritrovarti. Sempre... o quasi.

"Anche mentre io sono al buio e nel silenzio, traggo dalla memoria, se voglio, i colori, e distinguo tra bianco e nero e ogni altro colore che mi pare; e non accade che le immagini a cui penso e che ho attinto per mezzo degli occhi vengano ad essere disturbate da suoni, quantunque anch’essi presenti e come riposti in un luogo appartato. Se mi garba di chiamare pure loro, si fan subito avanti mentre io, senza aprir bocca, canto in silenzio finché voglio: e le immagini dei colori, presenti anch’esse nella memoria, non interferiscono né mi disturbano mentre sto adoperando quest’altro tesoro penetrato dalle orecchie. Così tutte le altre cose che vengono introdotte e messe da parte attraverso i sensi, le posso ricordare quanto mi piace: distinguo il profumo dei gigli da quello delle viole senza odorare nulla, e, senza nulla gustare né toccare, ma soltanto ricordando, preferisco il miele al mosto cotto, il dolce all’aspro. Compio queste azioni al mio interno, nella grande stanza dove abita la memoria. Ivi sono a mia disposizione cielo, terra e mare con tutto ciò che in essi potei cogliere con i sensi: manca soltanto ciò che ho dimenticato. Ivi ritrovo anche me stesso e ricordo quello che ho fatto, quando, dove e con quali sentimenti l’ho fatto. Ivi è ogni cosa che io ricordo o perché sperimentata personalmente o perché creduta dal racconto di altri. Sempre da questa ricchezza di oggetti deriva la possibilità di confrontare molte altre realtà, o sperimentate direttamente o credute sulla base dell’esperienza, e posso ricollegarle con eventi passati per immaginare da qui azioni, fatti e speranze future: su tutto ciò rifletto sempre come a cose presenti. “Farò questo, farò quello” dico fra me, nell’immenso vano del mio animo pieno di così tante immagini di cose: e di fatto segue ciò che dico. “Oh, se avvenisse questo, oppure quello. Dio ci guardi da questo o da quello!” e mentre dico così tra me, ecco uscire dal medesimo scrigno della memoria le immagini di tutto ciò che nomino: se esse non fossero là, non potrei nominarne neanche una.

Grande, veramente grande è questa facoltà della memoria, o mio Dio: è un ampio, sterminato sacrario. Chi può toccarne il fondo? E questa forza appartiene al mio animo, alla mia natura: il fatto è che neppur io comprendo a pieno ciò che sono. Ma allora l’animo è forse incapace di comprendere se stesso, dove si trova e che cosa è suo? È dunque fuori e non dentro di sé? Come mai non comprende? Sono molto meravigliato di questo, mi prende un grande stupore. Gli uomini vanno ad ammirare le cime dei monti, le onde del mare, l’ampio scorrere dei fiumi, l’oceano, i moti degli astri, e poi lasciano da parte se stessi; non si meravigliano del fatto che, mentre parlo di queste cose, non le vedo con gli occhi; ma non potrei parlarne se non vedessi nella mia memoria in tutta la loro immensità come se li avessi dinanzi nella realtà i monti, le onde, i fiumi, gli astri che ho visto personalmente e l’oceano a cui credo per sentito dire. Eppure quando li ho visti con gli occhi non è che li abbia fatti entrare in me sostanzialmente, ma solo per immagini; e so attraverso quale dei sensi corporali ciascuna mi fu impressa dentro.”

S. Agostino, Le confessioni, edizioni Paoline, 1978
Foto: courtesy of Flickr (http://www.flickr.com/photos/asadbabil_smj/902705811/)

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Il secolo che sta volgendo al termine è stato dominato dagli acidi nucleici e dalle proteine. Il prossimo si concentrerà sulla memoria e sul desiderio. Sarà in grado di rispondere alle domande che questi temi sollevano?
François, Jacob, Il topo, la mosca e l’uomo (1998)