La memoria visiva e come funziona.

Gli psicologi hanno studiato i legami che esistono tra percezioni visive, immagini visive e memoria partendo da un fenomeno a tutti ben noto, quello della persona "nota ma sconosciuta". Immaginate per un momento di trovarvi in un aeroporto o in una stazione o semplicemente per strada: in mezzo alla folla individuate il viso di una persona che vi è nota ma che non riuscite ad identificare. Sapete di conoscerla ma vi sfugge chi sia. E' una conoscenza casuale, una persona incontrata anni addietro, un negoziante, uno dei tanti personaggi minori della televisione? La vostra mente si trova in una situazione conflittuale: ha identificato nel suo archivio un volto noto, ha cioè rintracciato una memoria, ma non sa a chi esso corrisponda, non sa attribuirle un nome o una collocazione.

Questa dissociazione tra il riconoscere e il ricordare dipende dalla maggior sensibilità del nostro cervello ai messaggi visivi che possono lasciarvi stabili tracce, anche senza dar luogo alla pienezza del ricordo, senza implicare la capacità di riconoscere quanto è noto. Eppure, malgrado questa incapacità di riconoscere quel volto, prestiamo fede alla nostra vista e riteniamo che il ricordo visivo sia veritiero, che ci parli di una reale memoria. La memoria dei sensi ha la meglio sulla capacità della mente di arrivare a riconoscere e contestualizzare il ricordo. Infatti gli stimoli visivi che vengono colti dai nostri occhi e inviati alla corteccia visiva (la parte del cervello che corrisponde all'occipite che li decodifica e traduce in immagini della realtà) hanno una presa notevole sulla nostra mente. Essi ci dicono che ciò che vediamo è un evento "vero", un'esperienza del mondo reale cui dobbiamo prestare fede perché ne siamo stati testimoni in diretta: come San Tommaso crediamo a ciò che vediamo, tocchiamo, gustiamo, odoriamo.

Percezioni visive e immagini mentali si verificano nelle stesse aree della corteccia cerebral:e la stessa corteccia occipitale che percepisce la realtà visiva produce immagini mentali, una sorta di fotogramma della realtà che ne fissa alcuni aspetti cui prestiamo attenzione. La differenza tra l'immagine che percepiamo e la relativa immagine visiva dipende dai meccanismi di filtro del nostro cervello che presta attenzione ad alcuni aspetti di una scena, trascurandone altri o rielaborandoli sulla base di precedenti esperienze. Ma il fatto che anche le immagini visive siano prodotte e depositate nella stessa parte del cervello che decodifica gli stimoli visivi dà loro notevole potere, tant'è che gran parte della dimensione soggettiva delle nostre memorie corrisponde ad immagini visive. Se poi attraverso le nostre fantasticherie o attraverso le immagini che provengono dai media vengono "create" false immagini mentali, queste possono assurgere al rango di memorie e farci ritenere che la fantasia corrisponda alla realtà.

Foto: courtesy of Flickr (http://www.flickr.com/photos/pagedooley/2681597487/)

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Il secolo che sta volgendo al termine è stato dominato dagli acidi nucleici e dalle proteine. Il prossimo si concentrerà sulla memoria e sul desiderio. Sarà in grado di rispondere alle domande che questi temi sollevano?
François, Jacob, Il topo, la mosca e l’uomo (1998)