Usa la testa o finirai per perderla.

Contrariamente a quanto normalmente crede la maggior parte di noi, la memoria non invecchia come il resto del corpo. Certo si registra un certo declino con l'avanzare dell'età, ma non così grave da implicare problemi seri per la nostra vita, a patto però che si resti fisicamente ed emozionalmente sani. La maggior parte dei problemi legati alla perdita della memoria durante l'invecchiamento sono, infatti, dovuti all'inattività o alla mancanza di esercizio mentale. Come gli altri organi del corpo, il cervello si atrofizza se non viene usato. Molti studi in letteratura medica indicano nella continua stimolazione della nostra mente la chiave per mantenere vive le cellule cerebrali, per allontanare la perdita della memoria e forse anche per prevenire le forme di demenza senile.

A confermare questo corpus d'analisi arriva adesso un nuovo studio dei ricercatori della Mayo Clinic di Rochester, Minnesota, che hanno monitorato le abitudini di 197 soggetti compresi fra i 70 e gli 89 anni di età che lamentavano problemi a livello cognitivo o a cui era stato diagnosticato una perdita della memoria e di 1.124 soggetti della stessa età che invece non presentavano problemi di questo tipo. Ai partecipanti è stato chiesto di ricostruire una loro giornata tipo oggi e una loro giornata tipo di vent'anni prima, quanto avevano una età fra i 50 e i 65 anni.

I risultati hanno mostrato come i soggetti che avevano e hanno l'abitudine di leggere un libro ogni tanto, di usare il computer, di giocare o di praticare uno sport oppure di coltivare qualche hobby, come la ceramica o il cucito, hanno da un 30 a un 50 per cento di rischio in meno di sviluppare forme di perdita della memoria rispetto a coloro che non praticano nessuna di queste attività. Non solo, i soggetti che guardano la televisione per meno di sette ore al giorno hanno il 50 per cento di rischi in meno rispetto a coloro che passano più di sette ore davanti a uno schermo. Paradossalmente, però, se anche le ore passate davanti alla televisione sono poche, ma sono consecutive, il rischio di avere problemi di memoria torna a salire.

Inoltre, i soggetti che avevano l'abitudine di leggere usualmente riviste e di avere una vita sociale attiva durante la mezza età hanno un buon 40 per cento in meno di predisposizione ai problemi mnemonici rispetto ai loro pari età che non svolgevano queste pratiche. Al di là dello status e del contesto socio-culturale, ciascuno di noi può e deve mettersi sempre in gioco, sfidando se stesso, leggendo molto e prendendosi sempre cura dei propri affari, grandi o piccoli. Imparare un nuovo hobby, apprendere una lingua, scoprire dei nuovi giochi sono tutte cose che possono tenere in esercizio la mente. Gli scienziati, quasi tutti ormai, sono assolutamente convinti che queste attività mentali possono stimolare il nostro cervello e incrementare le nostre riserve cognitive e quindi le capacità del nostro cervello di superare o compensare gli squilibri causati da, eventuali, forme di demenza. In conclusione: usa la testa o finirai per perderla!

Fonte: HealthNews on-line (http://it.healthnews.com/salute-della-famiglia/invecchiamento)

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Il secolo che sta volgendo al termine è stato dominato dagli acidi nucleici e dalle proteine. Il prossimo si concentrerà sulla memoria e sul desiderio. Sarà in grado di rispondere alle domande che questi temi sollevano?
François, Jacob, Il topo, la mosca e l’uomo (1998)