Christopher ,15 anni, un talento eccezionale per le lingue: ne parla perfettamente 24; Jennifer è capace di misurare a colpo d’occhio qualsiasi oggetto, dal cerino ai grattacieli, con la precisione di qualche millimetro; Stephen può riprodurre a memoria intere città con un’accuratezza fotografica, basta che le abbia sorvolate o attraversate in macchina almeno una volta (vedere i video riportati sulla barra a destra nel blog per verificarlo!). Cosa accomuna questi ragazzi? Sono i cosiddetti idiots savants (idioti sapienti), “ritardati” o geni autistici: individui che sono diventati celebri con il personaggio che Dustin Hoffman ha mirabilmente interpretato in Rain Man. Si tratta di persone con un quoziente d’intelligenza basso, scarse capacità di socializzazione che li ostacolano nella vita di tutti i giorni, ma con un talento straordinario per alcune prestazioni specifiche (di calcolo, disegno o memoria) che emergono - o vengono riconosciute - di norma tra i 5 e gli 8 anni. Si ipotizza che le prestazioni eccezionali siano dovute a qualche anomalia strutturale o funzionale del cervello: la memoria eccezionale sarebbe dovuta alla iperfunzione dell’ippocampo determinata da una disfunzione dell’amigdala. Si tratta quindi di alterazioni che, in qualche modo, attivano una “variante superiore”della prestazione.
Per gli studiosi, gli idiots savants rappresentano tra il 6 e il 9,8% degli autistici e il6%. In ogni secolo sono stati riportati casi mirabolanti di persone dotate di sconcertanti capacità, quasi a sostenere che nella specie umana i normali livelli di prestazione possono essere superati.
Nel secolo scorso però il medico inglese Down (che diede il nome alla ben nota sindrome) descrisse l’eccezionale abilità figurativa di un giovane ritardato che sapeva ritrarre così stupendamente i gatti da meritarsi il soprannome di Cat’s Raphel, il Raffaello dei gatti. Nel diciottesimo secolo, l’attenzione del pubblico fu attratta da Jedediah Buxton, un manovale dalla memoria e dalla capacità di calcolo eccezionali. Era in grado di lavorare, di conversare e di vivere la sua vita normale mentre i suoi calcoli procedevano in modo quasi automatico e affioravano al livello della coscienza in termini di risultati. Recentemente, la psicologa Lynn Waterhouse ha studiato un ragazzo noto come JD, diagnosticato autistico all’età di cinque anni, con forti ritardi nello sviluppo del linguaggio ma straordinarie doti di memoria visiva: ricordava a menadito qualsiasi percorso fatto, anche a distanza di molto tempo, ed era profondamente turbato se non veniva ripetuto con modificato. A diciotto anni JD fu sottoposto aveva un vocabolario di un bambino di sei anni, ma nei test di intelligenza che prevedevano figure complesse da ricopiare con una serie di cubi o la memorizzazione visiva delle posizioni di un oggetto, il punteggio totalizzato era stratosferico. Si tratta però di una memoria limitata, nel senso che per esempio non include il volto delle persone che incontra, né le parole.
Se persone mentalmente ritardate possono sviluppare una particolare abilità ciò significa che la condizione di ritardo non è statica e impenetrabile come sembra. Il confine tra genio e malattia in questi casi è molto incerto e neanche la scienza può ancora fornire risposte adeguate.
La memoria straordinaria degli idiots savants.
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François, Jacob, Il topo, la mosca e l’uomo (1998)
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