Che valore dare alle testimonanze oculari?

Il complesso problema della affidabilità delle testimonianze oculari è stato studiato da una psicologa statunitense, Elisabeth Loftus, che sostiene che anche le persone oneste possono avere la testa piena di falsi ricordi, vale a dire prestare testimonianze inaffidabili. Se, per esempio, una persona vede un individuo sospettato di omicidio con occhiali e capelli lisci e poi qualcuno parla dei "capelli ricci" del sospetto omicida, nel maggior numero dei casi il testimone "ricorda" un colpevole dai capelli ricci, generalmente senza occhiali. Così, in altri esperimenti sulla memoria dei testimoni, i particolari forniti da altre persone potevano contaminare il ricordo: i testimoni potevano esser indotti a ricordare capannoni che non avevano mai visto, a trasformare automobili gialle in rosse e, soprattutto, a modificare le testimonianze sulla base del modo in cui venivano loro presentata la situazione. Ad esempio, testimoni oculari possono valutare più grave un incidente d'auto quando viene loro richiesto come le due automobili si sono "fracassate" anziché "urtate" in quanto diverse parole possono evocare diversi livelli di gravità dell'incidente.

Le testimonianze, indubbiamente, possono essere influenzate dalla simulazione "verosimile" di un fatto di cronaca. Immaginiamo di essere in un'aula di tribunale e di dover spiegare al giudice, o a una giuria, la dinamica di un grave incidente automobilistico. Una prima possibilità è quella di servirsi del linguaggio: a seconda delle parole utilizzate possiamo non soltanto influenzare eventuali testimoni ma anche creare un'atmosfera più o meno verosimile. Una seconda possibilità è quella di utilizzare esempi grafici, ad esempio illustrare alla lavagna la scena dell'incidente con le posizioni della automobili, la loro direzione, i punti di riferimento stradali ecc.: così facendo rendiamo più "visibile" la situazione in quanto essa è meno astratta, più vicina ai sensi. Vi è una terza possibilità, utilizzata in qualche Stato americano, anche se questa prassi è oggi al centro di polemiche: la dinamica dell'incidente viene simulata al computer e proiettata su uno schermo. Ora le automobili non sono più quadratini ma modellini virtuali, simili per aspetto ai modelli delle automobili coinvolte nell'incidente. Esse si muovono sullo sfondo di un paesaggio, anch'esso virtuale sino al momento in cui si verifica l'incidente con relativi rumori che simulano la frenata, l'impatto ecc. Questa situazione, simulata dalla difesa del presunto responsabile, è in grado di influenzare le rappresentazioni mentali e le memorie dei giudici e dei giurati i cui giudizi, in qualche modo, dipendono così da "pregiudizi", dalle (false) memorie che la simulazione virtuale ha indotto nelle loro menti. Per questo motivo esiste un forte movimento d'opinione per bandire l'uso della simulazione virtuale nelle aule di giustizia americane o per proibire che la televisione e altri media ricostruiscano (attraverso simulazioni) la scena o le dinamiche di un delitto in quanto ciò può influenzare giurie ed opinione pubblica.

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Il secolo che sta volgendo al termine è stato dominato dagli acidi nucleici e dalle proteine. Il prossimo si concentrerà sulla memoria e sul desiderio. Sarà in grado di rispondere alle domande che questi temi sollevano?
François, Jacob, Il topo, la mosca e l’uomo (1998)