La scienza e i suoi casi: il caso H.M.

Molte scoperte che riguardano la memoria sono state rese possibili dallo studio di lesioni cerebrali su pazienti (umani) vivi. Il caso forse più celebre è quello del paziente passato alla storia come H.M. E' studiando lui e il suo caso che la dottoressa Brenda Milner riuscirà a descrivere le conseguenze per la memoria della rimozione dell'ippocampo. Osservando H.M. scoprirà altresì che abbiamo due diverse memorie a lungo termine: quella dichiarativa (esplicita) ed una procedurale (implicita).

H.M., all’età di nove anni, viene investito da una bicicletta, subisce una ferita alla testa che lo conduce ad una forma di epilessia sempre più acuta negli anni, tanto che, a vent’anni, accusa fino a dieci svenimenti e un attacco molto forte alla settimana. Si decide di operarlo, rimuovendo la superficie interna del lobo temporale mediale e l’ippocampo (ritenuti la regione in cui si era originata l’epilessia).
Dopo l’operazione (siamo all’inizio degli anni cinquanta del secolo scorso), H.M. è salvato dagli attacchi della malattia, rimane intelligente gentile e simpatico come era prima dell’intervento. Ha un’ottima memoria a breve termine, della durata di minuti, può sostenere una normale conversazione (purché non troppo lunga, né troppo versatile e ampia), ricorda bene tutto quanto gli era successo prima dell’intervento, anche la memoria semantica è inalterata. Tuttavia, dopo la rimozione dell'ippocampo H.M. non è più in grado di convertire alcun nuovo ricordo in memoria permanente

H.M. quando si guarda allo specchio non si riconosce: per lui è rimasto il ventenne che si era sottoposto all’intervento. Tutte le informazioni di nuova costituzione non permangono più di qualche minuto, con l’eccezione di quelle che riguardano la memoria inconscia. Brenda Milner si accorge che H.M. è in grado di migliorare le sue abilità di disegno, esercitandosi quotidianamente (e ciò avveniva benché H.M. non si ricordasse d’avere disegnato il giorno precedente). Saranno Schacter e Squire a distinguere la memoria dichiarativa, esplicita, quella di cui siamo consci, da quella implicita, procedurale, inconscia (che interessa l’assuefazione, la sensibilizzazione, il condizionamento classico così come abilità percettive e motorie quali l’andare in bicicletta o servire una palla a tennis. Le due memorie si appoggiano a substrati cerebrali diversi.

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Il secolo che sta volgendo al termine è stato dominato dagli acidi nucleici e dalle proteine. Il prossimo si concentrerà sulla memoria e sul desiderio. Sarà in grado di rispondere alle domande che questi temi sollevano?
François, Jacob, Il topo, la mosca e l’uomo (1998)