Santiago Ramon y Cajal (1852-1934), secondo Eric Kandel il più importante scienziato del cervello mai esistito, è il neuro-anatomista spagnolo a cui si deve la teoria del neurone. Inizialmente voleva diventare pittore e, per acquistare familiarità con il corpo umano, studia anatomia con il padre, un chirurgo, che gli insegnò usando delle ossa dissepolte da un antico cimitero. Il fascino di questi studi lo portò ad avvicinarsi alla anatomia del cervello
Utilizza la tecnica istologica di Golgi e - modificandola fino ad ottenere un proprio metodo (dell’argento ridotto) - a partire dagli anni novanta dell’Ottocento osserva che i terminali delle cellule nervose si trovano in contatto con le fibre di altre cellule, ma senza continuità fisica. Contrappone pertanto alla teoria reticolarista di Golgi una teoria neuronale, secondo cui il sistema nervoso è formato – come altri tessuti – da unità cellulari distinte tra loro, anatomicamente, geneticamente e fisiologicamente indipendenti, chiamate neuroni.
Al contrario di Golgi, Cajal supponeva che tutte le fibre nervose potessero condurre impulsi centripeti e centrifughi e formula correttamente il principio della polarizzazione dinamica, secondo cui certe fibre neuronali (i dendriti) trasportano impulsi verso il corpo cellulare, mentre una singola fibra del neurone (l’assone) li conduce all’esterno verso altri neuroni.
Queste scoperte valsero a Cajal il Premio Nobel, nel 1906, in condivisione con Golgi, dal quale lo separava (ed univa) una reciproca ostilità ed inimicizia. Nel discorso di ringraziamento per il conferimento del premio, Golgi non perse occasione per rinnovare i suoi attacchi contro la teoria del neurone, mentre Cajal disse: “Che crudele ironia del destino l’aver appaiato, come gemelli siamesi uniti per le spalle, degli avversari scientifici così contrastanti per carattere”.
La teoria di Cajal secondo cui l’apprendimento modifica la forza delle connessioni sinaptiche fra i neuroni sarà la base di partenza di scoperte che verranno fatte quasi un secolo dopo. Cajal riteneva l’apprendimento un processo singolo, mentre in realtà si tratta di un processo con differenti forme. Kandel, estendendo l’idea originale di Cajal alla luce degli studi compiuti da Pavlov e da Brenda Milner, arriva alla formulazione (e dimostrazione) della tesi che lo porterà al Nobel per la medicina nel 2000. La tesi di Kandel è la seguente: differenti formule di apprendimento danno origine a differenti schemi di attività neurale e ognuno di questi schemi di attività modifica la forza delle connessioni sinaitiche in un modo specifico. Quando tali modifiche permangono, il risultato è l’immagazzinamento di memoria.
Da: Sergio Astori, Introduzione alla farmacologia della mente, ISU, Milano, 2007.
Da: Eric Kandel, Alla ricerca della memoria. La storia di una nuova scienza della mente, Codice, 2007
Miti della memoria: Santiago Ramon y Cajal
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