Se vedi, ricordi. Ma chi non vede ricorda di più.

I non vedenti dalla nascita sviluppano una memoria migliore dei vedenti. È quanto emerge da uno studio condotto da Noa Raz e da Ehud Zohary della Hebrew University di Gerusalemme, pubblicato su Current Biology.

La ricerca ha analizzato comparativamente le prestazioni di un gruppo di non vedenti e quelle di studenti senza invalidità sensoriale in compiti di memoria (identificare venti parole sentite e riconoscerne la posizione in un elenco). In entrambi i casi, la memoria dei non vedenti è risultata migliore. Secondo gli studiosi, la mancanza della vista porta i non vedenti a sviluppare maggiormente la memoria sensoriale e ad adottare più frequentemente tecniche di memorizzazione (per lo più di carattere sequenziale). Si tratta cioè di una memoria migliorata e potenziata grazie alle strategie e all’esercizio adottati per poter superare l’invalidità visiva.

Fonte: Le Scienze on line, 22 giugno 2007

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Il secolo che sta volgendo al termine è stato dominato dagli acidi nucleici e dalle proteine. Il prossimo si concentrerà sulla memoria e sul desiderio. Sarà in grado di rispondere alle domande che questi temi sollevano?
François, Jacob, Il topo, la mosca e l’uomo (1998)