Ti ricordi come hai saputo che…?

Ricordarsi come siamo venuti a conoscenza di un fatto o di un evento può sembrare una cosa irrilevante. Ma, se ci pensiamo bene, non lo è affatto. La credibilità di una informazione dipende (dovrebbe, quanto meno ;-) dalla fonte e dalla sua attendibilità. Vi è in neuropsicologia una forma particolare di amnesia definita l’amnesia dell’origine piuttosto comune in molti pazienti con lesioni cerebrali, soprattutto ai lobi frontali.

Morris Moscovitch ha descritto il caso di un sessantunenne con ampia lesione del lobo frontale. Sposato da oltre trent’anni, sosteneva di esserlo da soli quattro mesi. Ricordava di avere quattro figli e – quando gli si faceva notare la incompatibilità dei tempi – rispondeva tranquillo che lui e la moglie si erano dati molto da fare nei quattro mesi. Quando però lo si portava a ricordare l’età dei ragazzi (il maggiore aveva all’epoca trentadue anni), il paziente rispondeva con tranquillità (e straordinaria prontezza di riflessi) che li avevano adottati.

Le confabulazioni (creative come quella riportata o spesso meno) sono non raramente associate all’amnesia dell’origine. Sembra quasi che la persona, annaspando nella sua mente in cerca di una informazione, non trovandovela la ricostruisca mettendo insieme gli elementi e le tracce di cui dispone. A volte le ricostruzioni sono vicine alla realtà e basate su “materiale” proveniente dal passato della persona (solo rimescolato ed assemblato in maniera poco ordinata e rispettosa dei tempi), altre volte le confabulazioni sono fantastiche e grandiose.

Per approfondimenti: AAVV, 1992, Memory distortion: How minds, brains and societies reconstruct the past, Cambridge: Harvard University Press.

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François, Jacob, Il topo, la mosca e l’uomo (1998)