Un cavallo, un cavallo. Il mio regno per un cavallo.

Riccardo III aveva ragione (e Shakespeare con lui): ci sono dei cavalli che valgono interi regni. Non mi riferisco, ovviamente, agli splendidi purosangue che animano i giorni e spesso gli incubi di appassionati e giocatori d’azzardo, bensì all’ippocampo, quel piccolo cavallo che si nasconde al centro del nostro cervello e risponde di ciò che ricordiamo.

Identificato dagli anatomisti del Rinascimento, da questi l’ippocampo ricevette il suo nome proprio per la similitudine con il cavalluccio marino, il piccolo organismo di mare a forma di lettera C. L’ippocampo fa parte del sistema limbico, un gruppo di strutture cellulari al centro dell’encefalo, chiamato anche cervello mammaliano perché è particolarmente sviluppato nei mammiferi. Il sistema limbico governa le quattro macro-funzioni essenziali alla sopravvivenza: la nutrizione, la lotta, la fuga e la riproduzione. E’ il sistema che gli inglesi – come ausilio mnemonico – hanno definito delle quattro 4. : feeding, fighting, fleeing and... fucking. Comprende l’ipotalamo, l’ipofisi, l’amigdala, l’ippocampo e la circonvoluzione dell’ippocampo.

L’ipotalamo è forse la parte più importante del sistema limbico, per alcuni è “il cervello del cervello”. È un pisello di quattro grammi che regola fame, sete, sonno, veglia, temperatura corporea, equilibri chimici, ritmo cardiaco, ormoni, sesso ed emozioni. Agisce grazie ad un sistema di retroazione: se il sangue diventa troppo freddo, l’ipotalamo reagisce stimolando i processi di produzione di calore; se il sangue è a temperatura corretta, l’ipotalamo non si attiva. Il talamo dà inizio alla coscienza e compie le classificazioni preliminari dall’informazione esterna. Alcune aree del talamo ricevono determinati tipi di informazione, che trasmettono a varie aree del cervello. Il talamo è una specie di “interruttore” del cervello. L’amigdala è essenziale per la valutazione emotigena degli stimoli tramite due categorie di connessioni: le vie corticali (che forniscono informazioni lente ma accurate) e le vie sottocorticali o talamiche (che portano informazioni veloci pur se più approssimative).

L’ippocampo è una struttura situata in profondità nel lobo temporale degli emisferi cerebrali.
Come quasi tutte le altre strutture del cervello anche l’ippocampo è doppio: ce n’è uno in ciascuno dei due lobi temporali. È necessario per l’immagazzinamento della memoria esplicita. L’ablazione di un solo ippocampo non sembra causare grave menomazione, mentre l’asportazione di entrambi porta a gravissimi deficit nella capacità di memoria (come dimostra il caso di H.H. raccontato da Brenda Milner, vd appositi post). L’ippocampo, insieme al giro dentato e al subicolo costituiscono la formazione ippocampale. Si può considerare come un crocevia tra informazioni di tipo cognitivo (quelle a partenza dalla corteccia cerebrale) e di tipo motivazionale (quelle a partenza ipotalamica).

Il titolo è ricavato dal Riccardo III (The Life and Death of King Richard III, "Vita e morte di re Riccardo III"), di W. Shakespeare
Foto ippocampo: courtesy of Flicr (http://www.flickr.com/search/?q=red%20fish&w=all&s=int)

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Il secolo che sta volgendo al termine è stato dominato dagli acidi nucleici e dalle proteine. Il prossimo si concentrerà sulla memoria e sul desiderio. Sarà in grado di rispondere alle domande che questi temi sollevano?
François, Jacob, Il topo, la mosca e l’uomo (1998)