Il gioco della memoria secondo la regia del grande Rodari.

Una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente, per accettare e respingere, collegare e censurare, costruire e distruggere.

Prendo ad esempio la parola “sasso”. Cadendo nella mente essa si trascina dietro, o urta, o evita, insomma, variamente si mette in contatto:
- con tutte le parole che cominciano con s ma non continuano con a, come semina, silenzio, sistole;
- con tutte le parole che cominciano con sa, come santo, salame, salso, salsa, sarabanda, sarto, salamandra;
- con tutte le parole che rimano in asso, come basso, masso, contrabbasso, ananasso, tasso, grasso;
- con tutte le parole che le stanno accanto, nel deposito lessicale, per via di significato: pietra, marmo, mattone, roccia, tufo, travertino, peperino;
- eccetera.

La parola intanto precipita in altre direzioni, affonda nel mondo passato, fa tornare a galla presenze sommerse… Non diversamente agiva il sapore della madeleine nella memoria di Proust. E dopo di lui tutti gli “scrittori della memoria” hanno imparato, anche troppo, ad ascoltare gli echi sepolti delle parole, degli odori, dei suoni. Ma noi vogliamo inventare storie per i bambini, non scrivere racconti per recuperare e salvare la nostra vita perduta. Semmai, anche con i bambini, di quando in quando, sarà divertente e utile fare il gioco della memoria. Qualsiasi parola potrà aiutarli a ricordare “quella volta che…”, a scoprirsi nel tempo che passa, a misurare la distanza tra oggi e ieri, sebbene i loro “ieri” siano, per fortuna, ancora poco numerosi e poco affollati".

Da: Gianni Rodari, Grammatica della fantasia. Introduzione all’arte di inventare storie, Einaudi, 1973
Foto: courtesy of Flickr (http://www.flickr.com/photos/kabukiph/215710038/)

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Il secolo che sta volgendo al termine è stato dominato dagli acidi nucleici e dalle proteine. Il prossimo si concentrerà sulla memoria e sul desiderio. Sarà in grado di rispondere alle domande che questi temi sollevano?
François, Jacob, Il topo, la mosca e l’uomo (1998)