Richard Semon, uno dei miti della memoria.

E’ una storia triste ed inquietante, quella di Richard Semon, uno studioso geniale mai apprezzato e riconosciuto per la portata delle sue idee. È la storia di chi non ce l’ha fatta ad emergere, forse perché troppo in avanti sui tempi o perché – come direbbe Kuhn – al di fuori di quei circuiti di potere che contraddistinguono anche la scienza e i suoi discorsi.

Semon nasce a Berlino nel 1859 e, appassionato di evoluzione e delle scoperte di Darwin, studia ad Jena con il biologo Ernst Haeckel. Conseguito il dottorato, diventa professore all’università di Jena, allora il principale centro europeo per la ricerca sull’evoluzione. Si innamora di Maria Krehl, moglie di un influente accademico che lascerà per andare a vivere con Semon. E’ la fine della carriera accademica di lui e l’inizio di una vita difficile: lei muore di cancro nel 1918 e lui, poco dopo, si toglie la vita con un colpo di pistola al cuore. Due i libri di Semon: nel 1904 Die Mneme e nel 1909 Die Mnemischen Empfindungen, entrambi ignorati dal mondo scientifico.

Nel libro Die Mneme, Semon formula e propone alcuni costrutti che verranno poi riconosciuti ed utilizzati da altri dopo di lui (per esempio da Lashley, che non lo citerà mai). Il concetto di partenza è quello di mneme, il processo fondamentale che - secondo Semon - favorisce sia l’ereditarietà che la memoria quotidiana: definisce l’elasticità elementare del tessuto biologico che consente agli effetti dell’esperienza di conservarsi nel tempo. Mneme si distingue in tre aspetti o fasi:
1) engrafia (codifica dell’informazione nella memoria)
2) engramma (cambiamento permanente nel sistema nervoso, la traccia mnestica che conserva gli effetti dell’esperienza nel tempo)
3) ecforia (processo di attivazione o recupero di un ricordo). L’ecforia è un fenomeno essenziale per la memoria, perché sottolinea come recuperare i ricordi dipenda fortemente dagli indizi che abbiamo per il richiamo. In termini più semplici, potremmo dire che, come quando si archiviano dei documenti dobbiamo usare parole d’ordine o criteri di catalogazione (oggi potremmo chiamarli tag) ed è tramite quelle keyword che possiamo poi ritrovare i documenti, analogamente, nella memoria, noi archiviamo ciò che ci è capitato utilizzando alcuni elementi che pesano più di altri (può trattarsi di persone, azioni, percetti cioè odori o colori, eccetera) ed è richiamando questi elementi che riusciremo a ricomporre il ricordo dell’esperienza. Questo ruolo essenziale dell’ecforia è stato illustrato da Semon nel suo secondo libro, Die Mnemischen Empfindungen.

Semon ritiene vi siano due leggi fondamentali (postulati) per lo studio della memoria, rispettivamente le leggi dell’engrafia e della ecforia, che si enunciano in questo modo:
legge dell’engrafia: “tutte le situazioni stimolanti che avvengono simultaneamente… formano nel nostro organismo un complesso connesso di eccitazioni simultanee che, in quanto tale, agisce in maniera engrafica, cioè lascia dietro a sé un complesso connesso, unito, che possiamo chiamare engramma (significa che la memorizzazione avviene per strutture complesse, non per singoli moduli);
legge dell’ecforia: “il ritorno parziale di una situazione energetica che si è fissata engraficamente agisce in un senso ecforico su un complesso engrammatico simultaneo” (significa che, per richiamare un ricordo complesso, può bastare un elemento, non è necessario il richiamo complessivo-globale dell’esperienza).
Un terzo principio della teoria di Semon (non presentata dall’autore come legge o postulato) è il concetto di omofonia, che potremmo definire come “risonanza”, cioè il fatto che si possa creare ed evocare similarità di sensazioni mnestiche tra una nuova esperienza ed una precedente.
In generale, il contributo di Semon è particolarmente lucido ed importante per quanto riguarda l’attenzione posta simultaneamente alle condizioni, funzioni e processi attivati dal ricordare, ovvero ai meccanismi cognitivi di richiamo, alle proprietà dell’ambiente cognitivo al momento del richiamo ed infine agli effetti del richiamo sulla memoria.

A Daniel Schacter il grande merito di aver recuperato, dall’oscurità in cui era stato ingiustamente confinato, l’importante contributo di Richard Semon.

Fonte: Daniel Schacter, Forgotten Ideas, Neglected Pioneers. Richard Semon and the Story of Memory, Psychology Press, 2001.

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