Un profumo per ricordare.

L’olfatto è uno dei sensi maggiormente implicati nei processi di memorizzazione, perché aumenta l’attività del centro della memoria, l’ippocampo. Il profumo di una madeleine – come ha mirabilmente mostrato Proust nel suo “Alla ricerca del tempo perduto” – può in un attimo trasferirci in un altro tempo e in un altro luogo, risvegliando ricordi creduti persi. Molto interessante a questo proposito la ricerca condotta recentemente da un gruppo di ricercatori tedeschi dell’Università di Lubecca capitanato da Björn Rasch, che ha registrato prestazioni di memoria dichiarativa migliori nei soggetti esposti ad uno stesso profumo durante il compito di apprendimento e durante la successiva notte (nella fase del sonno profondo, quella ad onde lente). La memoria dichiarativa è quella a cui ci riferiamo quando parliamo di memoria, comprende la memoria semantica (conoscenza di dati, parole, simboli, concetti e fatti) e quella episodica (informazioni relative ad episodi o eventi autobiografici e loro relazioni spazio-temporali).

I risultati di questa ricerca pubblicata su Science non devono stupire. L’ippocampo, infatti, con le aree paraippocampali (olfattive), costituisce il sistema mnestico implicato nella memoria esplicita o dichiarativa (il lobo temporale mediale). Le aree olfattive del cervello fungono da zona di convergenza delle informazioni che derivano dalle cortecce uditiva, visiva e somatosensoriale: è grazie a queste aree para-ippocampali, cioè, che immagini, suoni e odori vengono messi insieme sotto forma di memoria globale della situazione.

Benché i risultati di queste ricerche richiedano approfondimenti e conferme, nulla vieta di provare il potere dei profumi per migliorare il nostro studio. Nella ricerca tedesca, il profumo testato era quello di rosa, ma tutto fa pensare che i risultati siano indipendenti dalla tipologia di essenza usata. E’ sufficiente diffondere nell’ambiente il profumo scelto mentre si studia ed avere poi l’accortezza di mettere qualche goccia della stessa essenza sul guanciale del nostro letto o su un fazzoletto, subito prima di coricarci. In fondo, cosa abbiamo da rischiare: se dovesse andar bene, la nostra memoria sarà rinforzata, se non dovesse funzionare i nostri sonni saranno più profumati!

Fonte: Science 9 March 2007, Vol. 315. no. 5817, pp. 1426 - 1429

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François, Jacob, Il topo, la mosca e l’uomo (1998)