Spettatori o attori delle vostre memorie?

Alcune memorie ci vedono osservatori distaccati e altre attori fortemente implicati. Queste due dimensioni della memoria, che riguardano rispettivamente la registrazione e l'interpretazione emotiva dei ricordi, fanno parte di due diversi aspetti del ricordo, il punto di vista dell'osservatore o dell'attore. Per averne una immediata dimostrazione sarà sufficiente cercare di rievocare due differenti ricordi. Provate a ricordare una cena in casa di amici o al ristorante, in occasione di una festa di compleanno: fate parte del teatro del ricordo, cioè siete l'attore, oppure ne siete esclusi e potete descrivere la situazione dall'esterno, come se foste un osservatore che prende nota dei posti occupati dagli altri a tavola, del modo in cui sono vestite le persone, delle cose che succedono intorno? Adesso, invece, passiamo a un ricordo della lontana infanzia, un episodio che riguarda un gioco con altri bambini o un momento della vita in classe: state osservando o vi sentite coinvolti e siete "dentro il ricordo"? Quasi certamente nel primo caso avrete rievocato il ricordo della cena o della festa dal punto di vista dell'osservatore, nel secondo caso avrete avuto il ruolo dell'attore.

Questi due diversi aspetti della memoria, dal punto di vista dell'osservatore o da quello dell'attore, dipendono fondamentalmente da due variabili: il tempo trascorso e il coinvolgimento emotivo di chi ricorda. Le memorie più antiche ci vedono prevalentemente attori, è il caso delle memorie infantili o adolescenziali, mentre quelle più recenti ci vedono nella veste di osservatori, anche quando il ricordo ha una dimensione emotiva.

Per dimostrare come questi aspetti della memoria siano bivalenti e sfaccettati, alcuni psicologi hanno chiesto a un gruppo di volontari di ricordare un certo numero di esperienze della propria vita, di classificarle in termini di memorie da "attore" o da "osservatore" e di valutarne la valenza emotiva. Una volta svolto questo compito le stesse persone dovevano invertire il loro punto di vista passando da quello di attore a quello di osservatore e viceversa: in questo caso la rievocazione suscitava meno emozioni, soprattutto quando le memorie rievocate in precedenza dal punto di vista dell'attore venivano rievocate da quello dell'osservatore. Per cogliere bene il significato di questo esperimento bisogna cercare di rievocare un proprio ricordo che susciti emozioni: ad esempio, pensate a una partita di calcio decisiva per la squadra del cuore, a una festa di compleanno importante, a una dichiarazione d'amore, insomma a un evento significativo e coinvolgente della vostra vita. Le emozioni che hanno accompagnato quel particolare momento della vostra vita ricompaiono ora, anche se attutite e trasformate, nella rievocazione del ricordo. Ma se vi si chiedesse di rievocare quel fatto o momento emozionante dal punto di vista dell'osservatore, la situazione cambierebbe e il ricordo sarebbe meno coinvolgente e più "freddo". La memoria, perciò, ha diverse dimensioni e chi ricorda, nello scegliere la prospettiva della rievocazione, determina anche il livello di connotazione emotiva delle proprie memorie che non sono soltanto rievocate o ricostruite ma costruite in modo diverso a seconda delle necessità, delle interpretazioni, degli stati emotivi.

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Il secolo che sta volgendo al termine è stato dominato dagli acidi nucleici e dalle proteine. Il prossimo si concentrerà sulla memoria e sul desiderio. Sarà in grado di rispondere alle domande che questi temi sollevano?
François, Jacob, Il topo, la mosca e l’uomo (1998)