L'attenzione, il vero alleato della memoria.

Prima di raggiungere definitivamente la memoria e trasformarsi in ricordo definitivo, le informazioni devono superare almeno tre barriere:

- la prima è costituita dai sensi: se vogliamo ricordare qualcosa, dobbiamo prima percepirlo attraverso vista, udito, tatto o olfatto. Non possiamo aspettarci di memorizzare un nome o un particolare, se non l’abbiamo colto o se non abbiamo visto correttamente;
- la seconda è rappresentata dalla memoria di breve termine, dove le informazioni vengono elaborate. Se la memoria a breve termine è già impegnata in qualche attività o a sentire un altro stimolo, non riuscirà a processarne un secondo;
- la terza barriera infine è rappresentata dalla memoria a lungo termine.

L’attenzione è la vera leva che può orientare e supportare la nostra memoria, come sottolinea il professor Michael L. Epstein, grande studioso di memoria. Spesso siamo tanto preoccupati per ciò che stiamo per fare o per dire, da distogliere l’attenzione da ciò che sta succedendo. In questo modo non cogliamo con accuratezza ciò che capita intorno a noi, non riusciamo a far accedere le informazioni nella memoria a breve termine e quindi non troveremo nulla, quando lo cercheremo nel nostro magazzino di ricordi.

Il suggerimento del prof. Epstein è di allenare la propria attenzione e di concentrarsi: concediamo il tempo ai nostri sensi (vista, udito, tatto, olfatto) di percepire ciò che succede intorno a noi. Se ci concentriamo sui nostri sensi, le informazioni importanti superano la prima barriera e hanno buone possibilità di passare anche la seconda. Più ci si concentra, inoltre, meno si corre il rischio di provare disinteresse e noia.

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Il secolo che sta volgendo al termine è stato dominato dagli acidi nucleici e dalle proteine. Il prossimo si concentrerà sulla memoria e sul desiderio. Sarà in grado di rispondere alle domande che questi temi sollevano?
François, Jacob, Il topo, la mosca e l’uomo (1998)