Memoria da scimmia... offesa o complimento?

Se qualcuno dovesse dirvi che avete una memoria da scimmia, fate un grande sorriso. Anche se potrebbe sembrarvi un'offesa, in realtà - credeteci ;-) - è davvero un grande complimento.

Gli ultimi studi fatti sui primati non umani (soprattutto sugli scimpanzé) stanno insegnandoci molto sui nostri più prossimi cugini (il nostro DNA è per il 98% uguale al loro, non dobbiamo dimenticarlo). Il dipartimento di studi e ricerche sui Primati dell'Università di Kyoto (Giappone) ha dimostrato, con recenti esperimenti comparativi, che gli scimpanzé hanno prestazioni migliori rispetto a "normali" studenti universitari umani sia per quanto riguarda la memoria a breve termine, che per quanto riguarda la computazione (il calcolo). Posti davanti ad uno schermo del computer, gli scimpanzé sono stati più veloci e più corretti sia nel ricostruire delle sequenze numeriche viste per pochi secondi, che nel riconoscere la giusta somma risultante da operazioni di addizioni mostrate con oggetti (non con numeri).

Questi studi rientrano in una serie di ricerche che stanno analizzando i comportamenti cognitivi dei primati non umani in compiti primari (memoria, calcolo, attenzione). In realtà, a queste ricerche - che stanno riscontrando molte similitudini nelle prestazioni rese da primati umani e non umani - si "oppongono" quelle condotte soprattutto da Marc Hauser, docente di psicologia dell'Università di Harvard interessato ad analizzare ciò che ci differenzia dai primati non umani. Hauser nei suoi studi ha rilevato che sono numerose le differenze tra noi e gli scimpanzé. La principale sembra essere la "unidirezionalità" dell'intelligenza dei primati non umani (dato un problema, esiste una sola soluzione), mentre l’uomo (magari non tutti e non sempre!) tende ad avvalersi di un ventaglio più ampio di possibili alternative, usando più informazioni (provenienti da esperienze e competenze anche lontane) ed usando un pensiero meta-cognitivo (quello cioè che consente di pensare anche al proprio pensiero: chiederci se stiamo usando le strategie corrette, analizzare come reagiamo a certe stimolazioni sensoriali, eccetera).

Foto: courtesy of Flickr (http://www.flickr.com/photos/cerido/2706920210/)

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Il secolo che sta volgendo al termine è stato dominato dagli acidi nucleici e dalle proteine. Il prossimo si concentrerà sulla memoria e sul desiderio. Sarà in grado di rispondere alle domande che questi temi sollevano?
François, Jacob, Il topo, la mosca e l’uomo (1998)