Cosa fare per non perdere i ricordi e il controllo.

E' vero che, invecchiando, dobbiamo rinunciare alla memoria? O è un problema che riguarda solo gli anziani che vanno incontro a patologie degenerative?
I punti da tenere presenti sono tre, uno soltanto dei quali riguarda direttamente la memoria: il primo concerne lo stato di benessere cerebrale, che dipende in gran parte dalla ossigenazione del tessuto nervoso. Una moderata attività fisica è necessaria ad ogni età e, soprattutto negli anziani, contribuisce a una buona irrorazione del cervello e, di conseguenza, a una buona memoria. Non esistono infatti -purtroppo- farmaci della memoria; la memoria dipende anzitutto dall'efficienza del cervello e quindi dallo stato dei vasi che lo irrorano meno grassi nella dieta e maggiore attività fisica sono già un buon punto di partenza, mentre nelle persone non più giovani interventi più radicali per contrastare danni ai vasi sanguigni richiedono una terapia medica.
Il secondo punto è già un po' più specifico e riguarda la propria capacità di "ridurre" l'attività del cervello in modo da consentire una migliore concentrazione, com'è utile ai ragazzi che studiano e si preparano agli esami. Chiunque può aumentare la propria concentrazione "tagliando" quegli stimoli, esterni o interni che si traducono in una maggior eccitazione nervosa. Ad esempio, gran parte dei problemi di memoria dipendono spesso nei giovani da problemi emotivi: poter controllare le proprie emozioni, risolvere le situazioni stressanti, imparare a prestare attenzione, significa tagliare fuori dal cervello fattori di disturbo che deconcentrano.
L'ultimo punto è più specifico: se non volete praticare il metodo dei loci, che indubbiamente migliora le prestazioni mnemoniche, aiutate il processo di memorizzazione fissando i concetti chiave attraverso appunti, schemi, o visualizzando alcuni punti, concreti o astratti, per mezzo di immagini visive: queste servono da "battute d'entrata" e, con l'abitudine, rappresentano validi suggerimenti per richiamare alla mente o recuperare memorie. Le immagini visive vengono memorizzate in modo molto valido nelle stesse aree della corteccia con cui percepiamo il mondo visivo. Esse ci appaiono quindi molto vicine alla realtà, estremamente verosimili e, per questo motivo, ancorano in modo potente quei concetti che associamo loro.

Foto: courtesy of Flickr (http://www.flickr.com/photos/espionic/771503043/)

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Il secolo che sta volgendo al termine è stato dominato dagli acidi nucleici e dalle proteine. Il prossimo si concentrerà sulla memoria e sul desiderio. Sarà in grado di rispondere alle domande che questi temi sollevano?
François, Jacob, Il topo, la mosca e l’uomo (1998)